L’uso di attrezzature a controllo numerico nella liuteria moderna
Esistono sostanzialmente due correnti di pensiero: c’è chi sostiene che le macchine a controllo numerico non possano sostituire l’abilità manuale del liutaio, dal momento che l’intervento umano è indispensabile durante tutta la lavorazione dello strumento, e c’è chi pensa invece che l’utilizzo di un macchinario a controllo possa consentire al liutaio di migliorare la qualità del proprio lavoro senza snaturarlo, in quanto tale uso è riservato alla produzione di pezzi in cui la lavorazione a mano incide poco, e spesso in senso peggiorativo; ciò consentirebbe al liutaio di dedicarsi maggiormente a quelle lavorazioni in cui l’apporto umano è realmente fondamentale.
Personalmente, concordo con quest’ultima filosofia: sono del parere, infatti, che determinate parti della chitarra vadano costruite con la maggiore precisione possibile, e mi riferisco a manici, ponti, palette e a tutte quelle componenti in cui le maggiori tolleranze, inevitabili nella lavorazione manuale, non costituiscono un valore aggiunto ma solamente un’approssimazione: l’abilità del liutaio si concretizza in tutto ciò che riguarda la costruzione del corpo e la taratura e l’intonazione della tavola armonica, lavorazioni che devono obbligatoriamente essere guidate dalla mano, dall’orecchio e dalla sensibilità del costruttore.
E’ questo, semmai, il punto fondamentale: la capacità del costruttore, che si esplica ovviamente nella lavorazione manuale, ma non viene certamente inficiata dall’utilizzo ragionato e opportuno di macchine di precisione.
Il resto (ma naturalmente è soltanto la mia opinione) è soltanto retorica; basta pensare a come sia facile trovare in commercio ottime chitarre costruite con l’ausilio di attrezzature sofisticate e pessime chitarre costruite rigorosamente a mano… Della serie: è il risultato che conta, non le chiacchiere.